Cannabis legale in Italia: nuove normative sul CBD

Quando si parla di cannabis generalmente si dà vita ad accesi e lunghi dibattiti. Ti sarà capitato di leggere o partecipare tu stesso, in rete o dal vivo, ad accese discussioni, anche con amici e parenti, sull’opportunità di legalizzare la coltivazione e vendita della cannabis, anche adesso, dopo ben quattro anni dalla legge che ha finalmente sdoganato la coltivazione della canapa. Ciò che sicuramente stupisce è come il dibattito sia tutt’ora accesso non solo nei nostri salotti, ma anche nei palazzi del potere. Proprio nelle ultime settimane il Ministero della Salute ha varato un provvedimento che inserisce nuovamente la CBD, principio attivo della Marijuana, tra le sostanze stupefacenti. Procediamo con ordine, è cerchiamo innanzitutto come funziona il mondo della cannabis legale, visto che già abbiamo parlato di altri usi della canapa, come per esempio nel caso del rivestimento dei divani.

Che cos’è la cannabis light?

Una delle sostanze più abbondanti presenti nella cannabis è il cannabidiolo, sostanza la quale non presenta effetti stupefacenti o che portano all’assuefazione. Questa sostanza ha effetti rilassanti, antiossidanti, antinfiammatori e proprio per questi motivi, questa particolare componente ricopre un ruolo di notevole importanza nelle applicazioni mediche e scientifiche. Grazie agli effetti positivi del cannabidiolo, anche detto CBD, questa sostanza è diventata negli ultimi anni la componente fondamentale della cannabis terapeutica e legale – qui trovate del CBD cannabidiolo descrizione completa. È stata protagonista degli studi svolti nell’applicazione e nell’utilizzo in particolare trattamenti medici e utile alla cura di numerose patologie. Andando più nel dettaglio è importante ricordare che la cannabis sativa, anche detta canapa, è una pianta facente parte della famiglia delle Cannabaceae costituite da sostanze come il CBD o cannabidiolo e il THC o tetraidrocannabinolo. Concentrando la nostra attenzione in particolare sul CBD, possiamo osservare che l’Unione Europea classifica questa sostanza come semplice prodotto alimentare presente in diversi ceppi della marijuana, ma in piccole e moderate quantità. In alcune piante il CBD può essere ritrovato come sostanza dominante, ma nonostante questo questa componente non è comunque in grado di avere effetti psicoattivi per via della sua struttura molto stabile e non sensibile all’ossidazione. Grazie alla sua struttura stabile, questa sostanza non è solo priva di effetti psicoattivi ma è anche caratterizzata da proprietà estremamente utili nell’ambito medico. Il CBD è in grado di agire direttamente sul corpo suscitando nell’organismo un effetto rilassante facilmente avvertibile a livello muscolare. La CBD, oltre ad avere effetti rilassanti e anestetizzanti, viene anche utilizzato come potente analgesico o antinfiammatorio, con notevole abilità nella riduzione dell’infiammazione. Altre varianti della CBD, come la CBD posee propiedades, vengono utilizzate come sostanze antitumorali, anti metastatici e in grado di limitare in modo efficace e significativo lo sviluppo e la crescita del tumore alla prostata, al seno, al colon e al cervello. Oltre ad essere una sostanza estremamente efficace come potente antitumorale, gli studi hanno dimostrato di poter utilizzare in modo efficace il CBD come ansiolitico o antidepressivo andando a ridurre l’ansia grazie ai suoi effetti rilassanti. Come facilmente intuibile, questa sostanza è ricca di proprietà curative e benefiche sull’organismo, in grado di aiutare ad affrontare diverse patologie fisiche e psicologiche. Grazie a CBD Express puoi conoscere più nel dettaglio tutte le domande più comuni riguardo gli effetti del CBD.

L’olio al CBD diventa uno stupefacente

Nonostante anche l’Ansa abbia attestato il grande successo della cannabis legale in Italia, soprattutto nella prima parte del 2020, un decreto del Ministero Speranza ha inserito il CBD nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Ad essere incriminate è precisamente l’olio al cannabidiolo e, analogamente, tutte quelle sostanze ad uso orale il cui principio attivo sia stato estratto dalla Marijuana. La ragione scatenante sembrerebbe individuabile nella prevista commercializzazione di un farmaco denominato Epidiolex, attualmente ancora in fase di approvazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco. Tra gli ingredienti di questo nuovo medicinale, destinato alla cura dei soggetti affetti da epilessia, figura proprio il CBD, che, in virtù di questo nuovo decreto, finirebbe con il rientrare tra le sostanze stupefacenti ad uso medicinale. L’inclusione in questa particolare categoria finisce con limitare fortemente la liberalizzazione di questo mercato guadagnata nel 2016, poiché qualsiasi infuso o olio a base di cannabidiolo dovrebbe essere preventivamente approvato dall’Agenzia del farmaco, in quanto medicinale potenzialmente stupefacente. A questo provvedimento già fonte di deciso malcontento, si aggiunge il recente divieto imposto dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane ai commercianti di cannabis light, di vendere infusi, oli o altre sostanze che contengano estratti dalla canapa utile, pena addirittura il ritiro della licenza. Entrambe le novità hanno scatenato furenti reazioni da parte delle associazioni di categoria. Tali provvedimenti, infatti, non solo si pongono in contrasto con la legalizzazione della canapa del 2016, mettendo in serio pericolo una fetta di mercato rivelatasi particolarmente produttiva, ma si oppongono anche alle recenti statuizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS aveva specificatamente raccomandato all’Italia il riconoscimento delle proprietà terapeutiche derivanti dalla canapa utile, escludendola conseguentemente dall’elenco delle sostanze stupefacenti. Il decreto del Ministero della Salute, peraltro, finisce con lo stridere in maniera inspiegabile con la politica avviata dal Ministero dell’Agricoltura dello stesso Governo Conte, che dal canto proprio aveva recentemente inserito la marijuana e i suoi estratti nell’elenco delle coltivazioni officinali, altrimenti dette piante medicinali, come da espressa definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Allo stato attuale della normativa, sebbene ci si trovi di fonte a una palese contraddizione normativa, o peggio a un passo in dietro nella legalizzazione della marijuana, gli olii a base di CBD non possono più essere commercializzati come semplici sostanze calmanti da banco. Non ci resta, quindi, che attendere la risposta del Ministero Speranza alle pressanti sollecitazioni provenienti dalle associazioni di categoria, dai partiti politici e dalla stessa opinione pubblica, per una manovra così incomprensibile.