Chi vive l’esperienza di un attacco di panico, raramente dimentica quello che si prova. Sembra quasi che il corpo non risponda più, che si perda completamente il controllo della situazione. Il battito accelera all’improvviso, si comincia a sudare copiosamente, spesso si ha l’impressione di non riuscire più a respirare, di rischiare l’asfissia. I sintomi sono piuttosto vari, si va dai brividi alle vampate di calore, dal formicolio degli arti alla sensazione di fastidio al petto. L’angoscia che si prova è così forte che si teme di impazzire o di morire perché non si riesce a capire cosa sta davvero accadendo. Ci si sente vulnerabili, passivi, incapaci di gestire la situazione nella quale ci si trova e questo non fa altro che incrementare i livelli di ansia.
Il nostro sistema d’allarme, attivato dall’ansia che cresce in modo smisurato, sembra completamente in tilt. È qualcosa di davvero terrificante.
Attacco di panico e disturbo di panico: quali differenze?
In genere, questa sensazione di paura fortissima che è l’attacco di panico raggiunge il picco entro pochi minuti e poi si esaurisce, anche se a chi lo vive sembra durare all’infinito.
Una simile esperienza spesso lascia addosso il timore che possa accadere di nuovo.
Il rischio è quello che un singolo episodio possa innescare un circolo vizioso a causa del quale il soggetto potrebbe sviluppare un vero e proprio disturbo di panico, caratterizzato non soltanto da ricorrenti attacchi di panico ma anche da una forte ansia anticipatoria cioè dal terrore che l’esperienza vissuta possa ripetersi. È quella che gli esperti definiscono, talvolta, paura della paura, una situazione che condiziona fortemente la qualità della vita dell’individuo, minandone il benessere.
Spesso a questo disturbo si associano anche delle condotte di evitamento. L’individuo, infatti, potrebbe cominciare a evitare situazioni simili a quelle in cui ha sperimentato i primi attacchi di panico.
Cause dell’attacco di panico
Gli attacchi di panico possono avere ragioni e cause diverse da individuo a individuo.
Alcune ricerche, come quella riportata in questo articolo sulla rivista Le Scienze, evidenziano la possibilità che esista una predisposizione genetica agli attacchi di panico e che dietro questo disturbo possano esservi anche delle cause di tipo biologico. Se un genitore manifesta una forte ansia e soffre di attacchi di panico, è possibile che anche i figli sviluppino il disturbo. Questo non significa, però, che ci sia una certezza matematica. I fattori genetici che favoriscono ansia e attacchi di panico, infatti, sono fattori predisponenti.
È possibile anche che le esperienze vissute durante l’infanzia all’interno del proprio ambito familiare gettino il seme per lo sviluppo di questo tipo di disturbo. Esperienze traumatiche come la perdita di un genitore o di un familiare hanno un forte impatto sulla nostra psiche e possono renderci più vulnerabili all’ansia, al timore di essere in pericolo. Allo stesso tempo, anche i messaggi che ci vengono trasmessi da genitori iperprotettivi, che cercano di tutelarci in modo eccessivo, troppo presenti e invadenti, rischiano di generare in noi bassa autostima e problemi legati all’ansia.
Altra causa scatenante è il forte stress vissuto in alcuni periodi della propria vita, stress che talvolta non siamo in grado di gestire in modo adeguato e che aumenta drasticamente i nostri livelli di ansia.
Gestire un attacco di panico
Il dottor Simone Ordine, psicologo e psicoterapeuta a Roma Prati, suggerisce una serie di strategie utili nell’immediato a gestire l’attacco di panico e ritrovare la calma, in modo da poter poi impegnarsi nella risoluzione del problema in modo più profondo.
Innanzitutto, prova a isolarti rispetto agli stimoli che provengono dall’esterno, spostandoti in un luogo tranquillo e poco affollato, lontano da altre persone. A questo punto, puoi provare a rimetterti in contatto con il tuo respiro e con il tuo corpo.
Cerca di respirare in modo lento e profondo, con il diaframma, in modo da ridurre i livelli di ansia e stress che avverti. Butta fuori l’aria dalla bocca, tenendola socchiusa.
Concentrati poi sul tuo corpo, sulle tensioni che avverti e prova a scioglierle, praticando un leggero massaggio con le mani. Distendi i muscoli, camminando.
Molto utile, come vero e proprio intervento salvagente, è l’esercizio di osservare pensieri ed emozioni, senza cercare di scacciarli, semplicemente accettandoli, come fossimo un osservatore esterno, distaccato.