Nell’incertezza di questo presente che stiamo vivendo, si sente spesso dire che una soluzione utile è quella di mettere da parte un po’ di soldi per fare fronte alle necessità del futuro ed anche alle sue incognite.
Una delle incognite per i giovani (e non solo) è rappresentata proprio dal diritto alla pensione: ci sarà per tutti? Sarà sufficiente? Come cambierà nei prossimi anni il sistema pensionistico?
Per chi vuole avere una pensione integrativa e non basarsi solo su quella statale e sulle sue incognite, i fondi pensione sono sempre un’ottima soluzione. Si tratta di una tipologia di investimento che è pensata per garantire un reddito al soggetto alla fine della sua vita lavorativa, e che si accompagna – e quindi non si sostituisce necessariamente – a quella che viene somministrata dall’INPS.
Investire in un fondo pensione è una soluzione che sempre più lavoratori, non solo quelli privati ma anche quelli pubblici (ed una buona dose di lavoratori autonomi, quelli più minacciati dal punto di vista pensionistico) stanno effettuando per garantirsi una piccola rendita ad integrazione della pensione futura. Ovviamente prima di investire nei fondi pensione sarebbe opportuno cercare di capire quali sono i rischi e quali sono anche le condizioni applicate (per esempio la tassazione dei fondi pensione) in modo da regolarsi al meglio.
Cosa è un fondo pensione e come funziona
Un fondo pensione consiste in una ‘cassa’ all’interno della quale un lavoratore raccoglie importi di denaro versandoli durante gli anni di servizio, per un certo periodo di tempo, fino a raggiungere la pensione.
Un fondo pensione può essere:
- chiuso. Si tratta di un fondo pensione riservato a certe categorie di lavoratori.
- Fondo aperto. Si tratta di un fondo pensione gestito da banche, assicurazioni, aperti a tutte le tipologie di lavoratori, dipendenti e non, pubblici e privati.
- PIP. Un piano pensionistico individuale e strutturato secondo le esigenze del singolo cliente e le sue necessità.
Non solo. Un fondo pensione può anche avere:
- rendita vitalizia. Che viene corrisposta finché il lavoratore resta in vita.
- Rendita reversibile. Viene erogata finché è in vita il lavoratore e alla sua morte viene corrisposta agli eredi.
- Rendita certa per alcuni anni (5-10) e quindi vitalizio.
Non è affatto obbligatorio aderire o meno ad un fondo pensione: si tratta di una libera scelta del lavoratore che può così integrare la sua pensione o meno a seconda della sua scelta.
Ad un fondo pensione può aderire il lavoratore dipendente o pubblico, privato, autonomi, professionisti, ma possono aderire anche i soci delle cooperative, e via dicendo.
Può aderire al fondo pensione chi già sarebbe in futuro destinatario di una pensione ma preferisce garantirsi una seconda entrata.
Non ci sono vincoli di adesione al fondo pensione: si versano semplicemente dei contributi e al termine dell’attività lavorativa si avrà diritto ad una seconda entrata, una pensione integrativa che può arricchire la pensione primaria ovvero quella statale. In caso di tagli alle pensioni, o di mutamento delle leggi contributive e via dicendo, un fondo pensione può quindi funzionare come un comodo salvagente che permette di garantirsi comunque una entrata sussidiaria anche rispetto alla pensione.
Tassazione sul fondo pensione
Quale è la tassazione sul fondo pensione? La politica fiscale sul fondo pensione è sempre agevolata perché lo Stato incoraggia queste forme di risparmio. I contributi versati nel fondo pensione, chiuso o aperto, possono essere dedotti fino a 5.164,57 euro all’anno. Le politiche fiscali sono quindi molto interessanti se si intende investire in un fondo pensione, sia esso chiuso oppure aperto, almeno in questi anni di profondi mutamenti economici che impattano sul futuro.