La post produzione in fotografia

La post produzione in fotografia ha un significato abbastanza ampio e comprende tutti quei processi che vengono eseguiti dopo la fase di scatto per migliorare la qualità d’immagine.

Purtroppo con lo sviluppo della fotografia digitale e la nascita di programmi come Photoshop si è perso il vero significato e la funzione di questi processi, cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza e capire l’importanza della post produzione per realizzare degli scatti di qualità.

Falsi miti sulla post produzione fotografica

Innanzitutto cerchiamo di sfatare qualche assurda leggenda che è nata attorno alla post produzione.

Non so perché ma appena si parla di questo argomento trovo sempre qualcuno che mi ripete le classiche frasi tormentone come:

  • Così sono bravi tutti a fare belle fotografie.
  • Quando usavo il rullino non esisteva la post produzione quello si che era fotografare.
  • I grandi fotografi non ritoccano le proprie foto.

Tutte affermazioni senza alcun senso, che non fanno altro che testimoniare la grande ignoranza che ancora avvolge questo argomento e che soprattutto diventano la principale causa di confusione per molti fotografi alle prime armi.

Vediamo quindi subito di approfondire questi concetti.

Usa la post produzione per superare i limiti della fotocamera

Innanzitutto bisogna dire che la post produzione è un’operazione fondamentale dell’intero processo di scatto.

Se è un po’ che pratichi fotografia, avrai già notato che spesso le nostre immagini anche se fatte con la giusta tecnica, non rispecchiano la realtà che avevamo davanti al momento dello scatto.

Colori e contrasto sembrano diminuire oppure alcuni dettagli vengono persi a causa di forti problemi di esposizione, questi difetti sono dovuti alle enormi differenze esistenti tra la fotocamera e la nostra vista.

Anche se il concetto di fotografia si é sviluppato a partire dalle nostre leggi ottiche, esiste ancora un abisso tra la nostra percezione e quella di una macchina fotografica in termini per esempio di: Iso, bilanciamento del bianco o messa a fuoco.

Questi difetti si accentuano in situazioni critiche di scatto, come ad esempio nella fotografia di tramonto.

In questi frangenti per esempio:

  • O usiamo un filtro gnd per bilanciare le zone a differente luminosità.
  • Oppure proviamo la tecnica hdr per fondere più immagini.
  • O siamo costretti a sottoesporre in fase di scatto e recuperare alcune zone con il fotoritocco.

La post produzione per eliminare i difetti di immagine

Ma la necessità di usare la post produzione si può riscontrare anche in situazioni molto banali come in una semplice fotografia di ritratto.

L’interpretazione della tonalità della pelle viene ovviamente fatta dal sensore ma si basa sulla tonalità di pelle del paese di origine della fotocamera.

Gran parte dei modelli vengono prodotti nei paesi orientali dove la colorazione della pelle è diversa da quella occidentale e quindi può essere necessario agire in post produzione per dare la giusta tonalità.

Anche la polvere sul sensore, un problema chiaramente antiestetico e molto comune necessità di post produzione per essere risolto.

Grazie ad un semplice programma di fotoritocco potrai così eliminare i fastidiosi pallini che si formano utilizzando diaframmi molto chiusi.
Puoi vedere una rappresentazione del problema nella fotografia seguente, dove sono presenti alcune macchie da polvere subito sopra al muretto.

Questi ovviamente sono solo alcuni degli esempi che dimostrano la necessità della fase di post produzione nel lavoro di un fotografo.

La post produzione e i grandi artisti

Al contrario di quanto possa dirti il sapientone di turno la post produzione è sempre esistita anche ai tempi del dell’analogico.

L’unica differenza rispetto ad ora è che per fare fotoritocco con la pellicola ci volevano gli attributi, non bastavano certo un paio di click al computer per modificare i propri scatti.

Artisti del calibro di Steve McCurry, Ansel Adams o Franco Fontana giusto per citarne alcuni, hanno sempre ritoccato le proprie immagini, anche perché questo processo aiuta nella creazione di un proprio inconfondibile stile di sviluppo.

Inoltre saper ritoccare al meglio le proprie fotografie può essere un’ottima opportunità lavorativa, come racconta Simone nel primo video del corso Lightroom di Fotografare per Stupire.

Ti consiglio di guardarlo perché è un ottimo approfondimento sui concetti appena espressi.

https://vimeo.com/395410256/a45ede744f

Quali programmi utilizzare per ritoccare le proprie immagini?

Tra i programmi in assoluto più usati dai fotografi di tutto il mondo c’è proprio Lightroom cc, il famoso software di casa Adobe che permette di gestire l’intero flusso di lavoro che effettua un fotografo professionista.

Lightroom infatti non limita le proprie funzionalità al ritocco delle immagini ma permette numerose altre opzioni fondamentali, come la:

  • Cernita e catalogazione delle immagini.
  • Preparazione delle fotografie per la stampa.
  • Possibilità di creare un fotolibro, una presentazione o addirittura una galleria web con i propri scatti.

Lightroom è disponibile sottoscrivendo un abbonamento annuale ed è anche inserito in un piano che comprende l’altrettanto famoso software di editing Photoshop.

Puoi trovare tutte le informazioni e la possibilità di effettuare una prova gratuita sulla pagina ufficiale del sito di Adobe.

Che cosa è la post produzione in fotografia? 

Nell’articolo di oggi abbiamo parlato dei processi di post produzione nella fotografia digitale, ponendo l’attenzione su alcuni falsi miti che sono nati intorno a questo argomento.

Spero tu abbia compreso la grande importanza che ha il fotoritocco per valorizzare i propri scatti e per riuscire ad emergere in questo mondo sempre più popolato di fotografi.