Musei 4.0: il digitale spinge i ricavi fino al +66%

Con l’introduzione di strumenti e logiche del turismo 4.0, come la digitalizzazione delle visite e l’ottimizzazione dei servizi disponibili online, i ricavi dei musei aumenterebbero fino al 66%. A rilevarlo il recente studio The European House di Ambrosetti, che fa emergere le potenzialità del digitale per lo sviluppo del patrimonio culturale italiano.

Secondo quanto riportano gli esperti, l’intero complesso museale italiano durante il 2019 ha generato ricavi pari a 242,4 milioni di euro, registrano una crescita del 10,8% rispetto al 2012. I dati riportati nell’indagine fanno emergere il ruolo strategico che i musei 4.0 possono svolgere per lo sviluppo del Paese: il settore, infatti, potrebbe generare un effetto moltiplicatore che potrebbe attivare 237 euro per ogni 100 euro investiti in tutte le attività museali. L’investimento in digitale porterebbe inoltre notevoli benefici anche per l’occupazione, generando 1,5 occupati al di fuori dei musei per ogni posto di lavoro creato nel settore museale italiano.

Le tecnologie digitali, quindi, possono contribuire notevolmente a migliorare l’esperienza dei visitatori: sono un esempio i video istituzionali e i dispositivi touch screen per la descrizione delle opere d’arte, la presenza di QR Code e Wi-Fi all’interno delle strutture e le applicazioni per smartphone dedicate alle ricostruzioni virtuali e alla realtà aumentata. La possibilità di utilizzare le moderne tecnologie per visitare i musei online comodamente dal divano di casa può infatti contribuire allo sviluppo dell’intero settore. Come infatti riporta Mind The Trip in un articolo del suo blog, viaggiare da casa con le app di realtà virtuale permette agli utenti di tutto il mondo di esplorare le opere d’arte mediante un’esperienza immersiva innovativa. Collegandosi infatti ai siti di alcuni dei musei più conosciuti al mondo è possibile visitare, ad esempio, le collezioni del Van Gogh Museum, della Galleria degli Uffizi e del Tate Britain.

Le tecnologie digitali, quindi, possono dare un considerevole impulso allo sviluppo del sistema museale italiano, attualmente ancora indietro nell’adozione di applicazioni digitali e strumenti informatici. Secondo gli esperti, infatti, i musei in Italia che offrono ai visitatori dispositivi touch screen sono meno di un terzo (31,2%) mentre solo 1 museo su 5 mette a disposizione supporti multimediali (ricostruzioni virtuali o realtà aumentata). Un dato che evidenzia la strada da percorrere per il settore se si vogliono cogliere le opportunità offerte dai musei 4.0: le strutture potrebbero infatti organizzare convegni e tour virtuali online, mettendo a disposizione risorse digitali a pagamento fruibili dagli utenti di tutto il mondo.

Lo studio delinea inoltre le attività che possono essere introdotte dalle strutture per diventare musei 4.0. Sono un esempio l’offerta di alcuni servizi aggiuntivi, come bookshop, servizi di visita interattivi e le iniziative didattiche ai bambini; l’adeguamento delle strutture, delle aree di svago e dei servizi digitali offerti e l’introduzione di un sistema di monitoraggio delle visite che consenta di analizzare la soddisfazione dei visitatori in seguito alla visita. La strada per diventare musei 4.0 passa infatti anche attraverso il giudizio dei visitatori: gli esperti consigliano l’adozione di un sistema centralizzato a livello nazionale che raccolga le recensioni delle persone e permetta di valutare le performance delle singole strutture sparse su tutto il territorio nazionale.

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Infine, un forte impulso alla crescita può essere offerto dalla previsione di gare che consentano il superamento dell’attuale parcellizzazione regionale, che consentano altresì di introdurre nuovi contratti di gestione di tutti i servizi accessori offerti dai musei statali. Questo anche attraverso una migliore programmazione delle attività e un’apertura a forme di collaborazione tra pubblico e privato. Questa la strada da seguire per far crescere l’intero settore, che attraverso un piano strategico dedicato al digitale potrà cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

Secondo quanto riporta l’Osservatorio del Politecnico di Milano, ancora oggi la metà delle istituzioni culturali del Paese non ha personale dedicato all’innovazione digitale e solo uno su cinque tra teatri e musei hanno previsto lo scorso anno un piano di sviluppo digitale.

Inoltre, l’importanza dei musei per la crescita economica del Paese non deve tuttavia far venire meno la loro funzione formativa per i giovani. Ne è convinto il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che evidenzia come i turisti stranieri debbano pagare il biglietto per l’ingresso ai musei italiani, ma questi ultimi dovrebbero essere aperti gratuitamente ai cittadini e agli studenti delle città in cui hanno sede.

Secondo Sgarbi, infatti, le opere d’arte non dovrebbero essere riservate solo ad un pubblico di nicchia, ma dovrebbero essere considerate un patrimonio nazionale accessibile gratuitamente da tutti gli italiani. Un esempio è il Museo Egizio di Torino, preso come esempio di gestione eccellente, che potrebbe allinearsi con quanto fanno i principali musei internazionali, proponendo un accesso gratuito ai cittadini italiani e mantenendo invece il costi del biglietto d’ingresso a pagamento per i turisti stranieri.