Co-sleeping: perché funziona?

Nel corso del tempo sono stati condotti diversi studi sul co-sleeping, intenti a dimostrare che questo modo di dormire assieme al bambino fa bene sia al più piccolo di casa, sia ai genitori, fermo restando il fatto che mamma e papà debbano essere d’accordo su questo aspetto e tenere conto dei tempi idonei per realizzarlo.

All’inizio dei tempi dormire con i “cuccioli” era la norma, oggi questa pratica si sta riscoprendo grazie a culle co-sleeping realizzate appositamente allo scopo.

In tante parti del mondo attualmente questa è un’abitudine diffusa, poter dormire nello stesso letto dei propri figli in sostanza praticare il co-sleeping è una pratica che attira sempre più interesse.

La cultura influisce sui costumi e sulle pratiche che ogni singola persona attua nella sua vita, per cui parlare di co-sleeping significa dover abbattere usi ormai strutturati nel tempo. “Dormire accanto” (appunto co-sleeping) assieme ai propri figli piccoli viene infatti spesso giudicato in modo negativo: si tende a pensare che i genitori vizino la o il figlio, oppure che tale forma di riposo condiviso sia stressante per i genitori.

Le ragioni del Co-Sleeping

Ci sono molte ragioni per cui scegliere di dormire affianco ai propri figli quando sono molto piccoli, una tra tante è quella relativa alla cosiddetta morte notturna, ma in questo caso si parla di casi per i quali occorre avere accortezza ma è meglio evitare di sviluppare ansie, a seguire vedremo assieme cosa dicono gli esperti su co-sleeping e morte notturna.

Il co-sleeping non è la soluzione ideale per tutti, occorre quindi qualche informazione pratica.

Il sonno condiviso o co-sleeping in italiano significa: dormire insieme e può essere interpretato come bed-sharing la cui traduzione letterale è quella di: dormire nel lettone.

Occorre partire dal presupposto che il contatto che si viene ad instaurare tra madre e prole rappresenti l’azione più naturale del mondo e che il neonato così come chi l’ha nutrito per nove mesi nel suo grembo, quindi colei che ha permesso la vita di questo neonato, necessitino di sentire vicino a se il corpo altrui in un interscambio che è precedente alla comunicazione verbale e che si fonda su un sentire depurato da qualunque altra sovrastruttura di tipo culturale.

Dormire assieme al bambino fa parte di questo approccio alla genitorialità. Tra le critiche riguardanti il co-sleeping c’è quella di limitare l’autonomia dei neonati, che non apprenderebbero a rimanere da soli, la critica va immessa nel periodo in cui si pratica co-sleeping.

A questa teoria si può rispondere che in natura solo da un certo punto e neanche sempre, i cuccioli sono da soli, e che se è vero che devono trovare un autonomia, è anche vero che necessitano di tutela.

In altre parole e portando al presente qualcosa che rientra nella natura, i sostenitori del co-sleeping, ritengono che lo stare da soli non sia una prerogativa dei più piccoli e che non è negando loro un bisogno di contatto che si va ad aumentare la loro autonomia, ben diverso il discorso sull’attaccamento, in tal caso certamente ci sarebbe un alterazione di qualcosa che è un modo anche piacevole di curare la prole.

A questo punto la domanda è: fino a quando è opportuno praticare il co-sleeping?

Gli esperti sostengono che è tre anni l’età nella quale il sonno dei bambini diventa simile a quella delle persone adulte. Potete tenere questa data a memoria e decidere che sia il momento giusto per far uscire dal co-sleeping vostro figlio.

L’aspetto della sicurezza

Oltre alle resistenze culturali, precedentemente prese in esame, un altro aspetto di cui occorre parlare è quello riguardante il tema della sicurezza. Questo è un tema particolarmente delicato, le precauzioni sono importanti, ma lo è anche non rimanere vittime delle stesse.

Se scegli il co-sleeping devi mettere in campo una serie di azioni, eccone degli esempi a seguire:

  • il co-sleeping è sconsigliato nelle prime 8 settimane di vita. Questo per il sonno sicuro del bambino e per ridurre al minimo i rischi legati alla SIDS (sindrome della morte improvvisa infantile) e questo è ciò che dicono gli esperti, fino a tre mesi di vita, il bambino deve dormire da solo.
  • va evitato il co-sleeping se i genitori hanno un sonno eccessivamente disturbato o soffrono di obesità
  • si evita il co-sleeping e la condivisione della medesima stanza, se i genitori fumano
  • vanno tolti cuscini e peluche e va prestata attenzione a lenzuola e coperte che impiagherete.