SEO è un insieme di regole che stabilisce se e in che misura un contenuto online è appetibile per la lettura e dunque per il posizionamento nei risultati di ricerca. Purtroppo in circolazione ci sono tanti esperti di questa tecnica che non hanno in realtà la giusta padronanza della materia. Ecco alcuni suggerimenti per evitare le truffe SEO per le aziende!
I risultati si condividono regolarmente
Meglio diffidare di chi sostiene di creare contenuti di eccellente qualità e con ottimi risultati di posizionamento e di conversione… ma non li mostra apertamente. L’esempio è la miglior forma di convincimento: per parlare in modo trasparente con un potenziale cliente e conquistare la sua fiducia è necessario mettere in mostra i propri risultati migliori. Non è necessario spiegarli in modo tecnico o complicato: bisogna saper bilanciare i due fattori ma non essere mai poco chiari o misteriosi.
Lo stesso, poi, vale per i report periodici. Da sito attivo è possibile scaricare i dati relativi al suo buon funzionamento. I clienti dovrebbero avere sempre accesso a queste informazioni per valutare la qualità dei propri successi, ed eventualmente per chiedere di spingere maggiormente su certe tematiche un po’ trascurate.
Le regole valgono sempre meno dei contenuti
Un contenuto di alta qualità è sempre più interessante da leggere di una lista di regole rigorosamente rispettate. Le norme SEO devono lavorare dietro le quinte, ma in modo naturale, senza interferire con la leggibilità o con il coinvolgimento nell’argomento. Un cliente che rimane a lungo sulla lettura, incuriosito da immagini, grafiche o articoli, è un cliente che con maggior probabilità passa da semplice utente ad acquirente.
Le regole SEO sono importanti riferimenti per costruire testi interessanti, ma “content is king”: se il vero contenuto è il re della pubblicizzazione, è possibile derogare su alcune prerogative un po’ fredde e meccaniche.
Il PPC è una strategia non efficace
PPC sta per “Pay per click”, cioè di pagamento per ogni click sul link del sito. Pagare per mostrare il proprio risultato tra i primi è un’azione possibile: si tratta delle campagne ADWords. In realtà questa strategia non è così efficace come si può pensare: solamente il 20% degli utenti clicca sui siti più “raggiungibili”, e Google per mimetizzarli meglio (visto che guadagna dal loro inserimento) li ha resi progressivamente meno vistosi.
Se tutta la campagna SEO gira intorno al PPC è possibile affermare che la crescita sarà difficilmente organica e progressiva.
Attenzione alle promesse
Nessun esperto SEO sa dire con assoluta sicurezza se un contenuto arriverà in prima posizione sulla prima pagina di risultati, oppure se finirà in fondo alla ventesima pagina della ricerca: solamente gli ingegneri di Google sanno come si comporterà l’algoritmo deputato alla selezione.
Promesse troppo entusiastiche e allettanti, specialmente se non sostenute da altri esempi altrettanto efficaci, sono generalmente l’esito di una politica non troppo trasparente né professionale.