A chiunque è capitato, leggendo un giornale o spulciando le notizie sul web, di imbattersi nell’espressione “cattivo pagatore”.
Ma cosa si intende con questa parola e quali sono i motivi che fanno in modo che un privato cittadino o un’impresa venga inserito nella lista dei cattivi pagatori? Cerchiamo di fare chiarezza.
Chi è un cattivo pagatore
In Italia, la categoria dei cattivi pagatori coinvolge circa il venti per cento della popolazione, come evidenziato da recenti studi. Questa designazione può riguardare sia individui che imprese, che si trovano nell’impossibilità di rispettare uno o più pagamenti relativi a prestiti o mutui.
Questa situazione nasce dall’incapacità di mantenere una coerenza nei pagamenti, con conseguenze che impattano negativamente sull’aspetto economico e finanziario dei soggetti coinvolti.
Le istituzioni finanziarie acquisiscono informazioni creditizie su individui e aziende tramite database come il CRIF (Centrale Rischi Finanziari) e la Centrale Rischi della Banca d’Italia. Questi strumenti permettono di raccogliere dati su tutti coloro che richiedono finanziamenti, indipendentemente dal loro stato di conformità con i pagamenti, consentendo alle banche di valutare l’affidabilità e la solvibilità dei richiedenti.
Registrazione al CRIF: come avviene
L’inserimento nelle liste dei cattivi pagatori gestite dal CRIF (Centrale Rischi Finanziari) non avviene in modo immediato.
La procedura prevede l’invio di una lettera di avviso preliminare al debitore, che ha un periodo di due settimane per regolarizzare il proprio debito.
Se il saldo del debito non viene effettuato entro questo termine, il debitore viene automaticamente inserito nell’elenco dei soggetti inadempienti.
Le istituzioni finanziarie hanno l’autorizzazione per consultare il SIC (Sistema di Informazioni Creditizie) gestito dal CRIF, al fine di valutare la situazione finanziaria dei potenziali clienti.
Attraverso questa consultazione, possono ottenere dettagli sulle richieste di credito pendenti e sulle modalità di rimborso dei finanziamenti attivi.
Il registro del CRIF include al suo interno sia informazioni positive che negative riguardanti gli adempimenti finanziari, documentando tutte le segnalazioni mensili degli istituti di credito relative a eventuali ritardi nei pagamenti da parte dei clienti.
Cause e conseguenze
Sono molteplici le circostanze che possono portare aziende e privati cittadini a essere indicati come cattivi pagatori.
Ciò può accadere, ad esempio, se si ritarda il pagamento degli importi dovuti per le carte di credito o le utenze, se non si rispettano le rate di un prestito, o se si mantiene una giacenza in rosso sul conto corrente per periodi prolungati.
La conseguenza più immediata della segnalazione come cattivi pagatori è la difficoltà di accedere a nuovi finanziamenti da parte di istituti bancari o finanziari.
In alcuni casi, per ottenere un prestito, potrebbe essere necessario fornire garanzie accessorie o avere un garante.
È evidente che, finché non vengono saldati gli importi dovuti e cancellata la registrazione, diventa estremamente difficile accedere a prestiti, mutui o anche solo aprire un nuovo conto corrente presso istituti bancari e finanziari.
Protestati e cattivi pagatori che necessitano di un conto corrente possono chiedere aiuto al sito https://www.contoprotestatiservice.it/.
Per quanto tempo si è segnalati al CRIF?
La durata della segnalazione al CRIF varia a seconda della gravità della morosità.
Nel caso di due rate non pagate, una volta regolarizzato il debito, la segnalazione durerà per 12 mesi, ma se le rate non pagate sono di più, la registrazione si estende a 24 mesi.
Per morosità più gravi rimaste insolute, la registrazione può durare fino a 36 mesi.