I rigurgiti dei neonati
Generalmente i rigurgiti comuni sono detti “reflussi fisiologici” o “non complicati”. Non comportano cioè delle anormalità. Un caso diverso è se il rigurgito frequente è accompagnato da altri sintomi, quali per esempio delle difficoltà a livello respiratorio, dei rallentamenti nella fase di crescita, un ostinato e continuo rifiuto al cibo. La diagnosi spetta ovviamente a chi ne ha competenza, a titolo informativo possiamo dire giusto che esiste la possibilità che si tratti di reflusso gastroesofageo sintomatico.
Questo per dire che è normale che i neonati che si nutrono di cibi liquidi e che hanno un esofago ancora molto corto rigurgitino, il contenuto nello stomaco può cioè tornare indietro con grande facilità. Per stare tranquilli e dormire sereni è importante prestare attenzione ai comportamenti dei propri figli appena nati, segnalando eventuali anomalie, ma senza allarmarsi eccessivamente. Si tenga di conto anche che anche il modo e la velocità con cui vengono allattati può portare al rigurgito, così come il passaggio dai cibi liquidi a quelli solidi, oppure lo spuntare dei primi denti.
Perché i neonati rigurgitano ciò che mangiano
Le cause dei rigurgiti dei neonati possono riflettere situazioni diverse tra loro, riguardanti sia il bambino sia la mamma.
1. Assunzione eccessiva di latte, o troppo veloce
2. Sensibilità relativa al latte, la quale potrebbe essere dettata dalle proteine del latte vaccino assunte dalla madre
3. Sensibilità data da altre sostanze, come gli integratori assunti dalla madre per esempio,ma anche medicinali e vitamine
4. Raffreddore, che può comportare l’ingestione di muco
5. Cambiamento dell’alimentazione, da cibi solo liquidi a cibi anche solidi
6. Dentizione, che porta ad una maggiore salivazione e quindi ad una quantità di saliva ingerita maggiore.
Come limitare i rigurgiti dei neonati
Entriamo ora nella sfera delle soluzioni e vediamo che cosa si può mettere in atto per limitare i riflussi nei neonati. I momenti ai quali occorre prestare attenzione sono quello dell’allattamento e quello immediatamente successivo alla poppata. Ecco che è importante far propri i consigli che seguono, che valgono anche per chi non allatta dal seno, ma ricorre al latte nel biberon.
- Ravvicinare i momenti dell’alimentazione. Sarebbero infatti da preferire meno quantità di latte per un maggior numero di volte durante l’arco della giornata. Ciò significa di allattare i bambini prima che siano essi ad averne bisogno e dunque a richiederlo.
2. Allattare al seno pancia a pancia, cioè mamma e figlio sdraiati su un fianco uno di fronte all’altro; in alternativa, la madre può assumere una posizione reclinata e tenere sdraiato su di sé il figlio. In questo caso ciò che è importante è evitare di comprimere lo stomaco.
3. Cercare di simulare l’allattamento “naturale” anche con il biberon mediante una tecnica che è nota con il nome di “pacing feeding”. Essa richiede che i bimbi siano messi in posizione semi seduta ed il biberon posto in senso orizzontale davanti a loro. In questo modo la tettarella non si riempie di latte in misura completa e, di conseguenza, l’alimentazione avviene attraverso un flusso che non è costante. Di norma questa tecnica prevede anche una piccola pausa ogni 10 poppate circa. - Dopo l’allattamento, tenere i piccoli in posizione eretta, aiutandoli a fare il ruttino. Andrebbero tenuti in verticale il più possibile, anche dopo il ruttino.
5. Coccolare i bambini, sempre e comunque, soprattutto se soffrono di rigurgiti. Anche le semplici ed amorevoli coccole possono rappresentare un’efficace terapia per contrastare i fastidi tipici dei rigurgiti.