Dalle turbine eoliche più grandi al mondo al mini eolico

In ogni ambito esistono due modi per fare le cose, in grande quando si può costruire senza problemi di sorta, miniaturizzato quando le necessità lo impongono, e questo vale anche per l’industria dell’energia eolica.

È il caso ad esempio di quella che potremmo definire “immensaturbina eolica MHI Vestas V164, operativa da fine 2016 nell’impianto off shore britannico di Burbo bank, la Vindeby Offshore Wind Farm attiva dal 1991 a largo delle coste di Liverpool.

Di questa maestosa turbina, alta 195 metri (si, avete letto bene), con diametro del rotore eolico di 164 metri con il quale copre un area ventosa di circa 21.000 metri quadrati, ne sono state installate bene 32 ed hanno un potenza nominale di ben 9 MW ciascuna.

La MHI Vestas V164 è stata per la prima volta installata come prototipo nel 2014, con un basamento di ben 4.000 tonnellate ed un altezza totale di 220 metri, ed è stata in grado di produrre nell’arco di una sola giornata (ventosa) addirittura 192 Mwh, energia in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di un borgo o di un villaggio (circa 10.000 case).

La società che ha ideato questo colosso dell’energia eolica ha sede in Danimarca, ed il responsabile del mercato britannico ha definito questo impianto eolico come una pietra miliare, come l’inizio di una nuova era nel campo dell’energia eolica delle fonti rinnnovabili.
L’obiettivo è quello di aumentare ancora la potenza nominale di questi mega impianti, per arrivare a potenze anche di 15 MW, perché con poche grandi turbine eoliche si riesce a produrre energia pulita e sostenibile atta a soddisfare buona parte del fabbisogno energetico.

È importante poi far notare che questa turbina eolica è la prima turbina off shore ad essere progettata da zero senza partire da un precedente progetto on shore.
Tutte le componenti sono state quindi progettate per le estreme condizioni a cui debbono lavorare nei mari del nord Europa, sia in termini di ventosità che di temperature.

Abbiamo capito quindi che il futuro dell’energia mondiale non è più probabilmente, e fortunatamente, nelle mani di progetti volti solo ai combustibili fossili o all’energia nucleare, ma finalemnte il focus è stato spostato verso la produzione di impianti di energia rinnovabile, dal solare al geotermico, dall’eolico al…mini eolico!

Mini eolico, la rivoluzione dal basso.

Abbiamo fino ad ora visto cosa possono fare le grandi potenze industriali per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo? Aspettiamo la manna dal cielo o forse possiamo anche noi contribuire alla rivoluzione energetica?

Ebbene si, anche nel nostro piccolo si può fare qualcosa, grazie agli impianti micro-eolico e mini-eolico esistenti, alcuni sufficienti ad alimentare uno smartphone ed altri che riescono a sopperire al fabbisogno di una singola abitazione o un azienda, come i generatori mini eolico verticali di Enessere, alti circa 9 metri ed in grado di generare fino a 5 Kw di potenza. Il tutto con sviluppo di un rotore verticale al posto del classico verticale.

Pensiamo ad esempio ai rifugi di montagna, alcuni non raggiunti dalla rete elettrica nazionale e quindi costretti ad usare forzatamente un gruppo elettrogeno, quindi un motore diesel sempre acceso.

Nulla da dire sui moderni motori diesel e sui gruppi di ultima generazione, con abbattitori dei fumi e controlli digitali di tutti i tipi, ma provate a pensare ad un rifugio alimentato ad energia eolica, pensate di arrivare alla meta e trovarvi di fronte un rotore che gira silenzioso, immerso nella natura e che da essa produce energia. Non male come impatto, vero?

Questo però non vale solo per uno sperduto rifugio, può valere anche per molte aziende, che con un generatore mini eolico potrebbero non solo generare energia elettrica pulita, ma anche dare un impronta più “green” al proprio nome, promuovendo il brand come amico della natura.

Ovviamente bisogna valutare la ventosità della zona, la posizione dell’edificio, le possibili interferenze di altri edifici intorno, ma se pensiamo che in Italia abbiamo 3/4 della nostra superficie attorniata dal mare, possiamo ben capire come molte zone d’Italia sono caratterizzate da una buona ventosità, sufficiente a far muovere un generatore mini eolico, che tra l’altro ha bisogno di meno vento rispetto ad un grande impianto.