Coltivare marijuana light in casa: è possibile?

La marijuana legale fa parte oramai del presente, ma è anche vero che la legge italiana sia stata presa di mira per i tanti punti di domanda senza una risposta. Non solo, perché certi punti sono di interpretazione difficile per tutti i soggetti che la leggono: si può coltivare la cannabis light in casa? Assolutamente sì, ed ecco tutto quello che bisogna sapere.

Come si coltiva la marijuana legale a casa

La legge italiana che regolamenta tutto il discorso della cannabis light chiarisce il fatto che la coltivazione in casa sia possibile. Tra le condizioni quella di acquistare i semi solo da un negozio che vende erba legale – certificato e autorizzato. Infatti è importante scegliere e farsi vendere i semi che sono stati elencati e si trovano all’interno del Registro dell’Unione Europea: non tutti i semi sono adatti ad una coltivazione di marijuana legale.

Un coltivatore o rivenditore avrà cura di fornire le informazioni necessarie per la coltivazione e tutte le indicazioni per svolgere la propria azione secondo la legge italiana vigente. È imperativo conservare tutta la documentazione di acquisto per 12 mesi.

Una volta che si sono acquistati i semi, l’acquirente dovrà tenere e conservare fatture – scontrini e tutti i cartellini del prodotto dopo l’acquisto. Come accennato, la legge impone che tutti questi documenti siano conservati per 12 mesi in caso di un controllo. Per ogni acquisto di semi che viene fatto, la documentazione relativa dovrà essere conservata e a disposizione delle Forze dell’Ordine al fine di provare che quanto si stia coltivando sia legale, con tracciabilità immediata del o dei prodotti che si stanno utilizzando.

Percentuali THC e CBD

Una altro aspetto fondamentale che sottolinea il fatto che la marijuana sia legale, sono le percentuali delle sostanze in essa contenute. La molecola THC non dovrà superare il contenuto massimo al 0,2%: con questa percentuale non sono richiesti permessi o autorizzazioni, tanto meno notifiche alle autorità competenti.

La legge evidenzia che si può coltivare la cannabis light anche se la molecola THC non supera la percentuale al 0,6%, dando però notifica alle autorità competenti. Ma sarà il rivenditore stesso a non consigliare questa tipologia, vista la difficoltà nella sua coltivazione.

Per chi ancora non sapesse che cosa sia la THC, questa è la molecola che ha una azione sulla psiche umana. Aumenta la sensazione di fame, euforia incontrollata, sonnolenza massiva e in alcuni soggetti anche allucinazioni. I limiti fissati per legge sono bassi o praticamente nulli, per questo motivo la cannabis light non presenta alcun effetto sulla psiche umana.

Se si parla invece di CBD, questa è la molecola che viene utilizzata per rilassare i muscoli del corpo ma anche per dargli sollievo da dolori e fastidi. Da tempo viene impiegata nella terapia asintomatica per andare incontro a numerose patologie in essere che possono andare dal classico dolore mestruale sino a quello legato alla chemioterapia.

La legge consente una percentuale di CBD elevata al fine che possa garantire la sua azione antidolorifica e rilassante, con un 15% – 20% (ci sono dei prodotti che ne contengono in quantità maggiore). La molecola CBD non ha alcun effetto sulla mente, per questo motivo il Ministero della Sanità non la considera una droga.