Castello Sforzesco: storia e segreti di un simbolo di Milano

Amatissimo oggi, terribilmente odiato da tutti i cittadini milanesi in passato, il Castello Sforzesco ha rischiato diverse volte di essere raso al suolo ma, fortunatamente, è sempre riuscito a scampare a un destino tanto ingiusto. Oggi è uno dei simboli del capoluogo lombardo e un polo museale tra i più importanti e rinomati d’Italia.

Per quanto sia così conosciuto e frequentato da milanesi e da turisti, non tutti i particolari della sua storia sono molto noti e si ha l’impressione che ci sia sempre qualcosa da scoprire.

Questo luogo famosissimo merita una visita quando ci si trova a Milano: ormai soggiornare nella capitale della moda è facilissimo grazie alle diverse strutture ricettive che accolgono sia in formula hotel, che in formula appartamenti gestiti tramite property management.

Storia del Castello Sforzesco

Il nucleo principale del Castello Sforzesco venne edificato tra il 1358 e il 1368 per volontà di Galeazzo Visconti, all’epoca signore di Milano, che elesse il castello a dimora e presidio militare.

Prosecutore dell’opera e della visione di Galeazzo fu Filippo Maria Visconti, il quale consolidò ulteriormente la struttura del castello rendendolo a tutti gli effetti una fortezza.

A questo punto ci si potrebbe domandare: perché il Castello prese il nome di Sforzesco se venne fondato dai Visconti? Il motivo è da ricercare nella grandezza della figura di Francesco Sforza che, divenuto signore di Milano, impegnò molte delle finanze cittadine nella ristrutturazione e nella ricostruzione del Castello, danneggiato dai molteplici conflitti a cui aveva preso parte.

Successivamente il fortilizio divenne base militare per gli invasori di Milano, tra cui gli austriaci e i Francesi di Napoleone, il quale ebbe la “bella idea” di utilizzarne le sale affrescate come stalla per i moltissimi cavalli dei suoi uomini acquartierati a Milano.

Proprio nel periodo napoleonico il Castello corse uno dei rischi più grandi della sua storia: accogliendo il volere dei cittadini Milanesi (che avevano cominciato a vedere nel Castello il simbolo delle odiate dominazioni straniere) Napoleone diede ordine di abbattere il fortilizio. Fortunatamente vennero rase al suolo solo alcune torri e i bastioni spagnoli.

Segreti e curiosità sul simbolo di Milano

La Torre del Filarete, elemento inconfondibile del Castello Sforzesco, non è sempre stata come la conosciamo oggi: quella originale infatti, adibita a deposito munizioni nel periodo francese, venne colpita da un fulmine in pieno Ottocento esplodendo letteralmente in mille pezzi. L’architetto Filarete inaugurò la nuova torre nel 1904.

Oggi la cinta del Castello Sforzesco conta quattro torri: due di esse sono a pianta quadrata e guardano verso il Parco Sempione mentre le altre due sono a pianta cilindrica. Non sono in molti a sapere che entrambi i torrioni cilindrici contenevano enormi serbatoi di acqua potabile: essi svolgevano una funzione importantissima nel mantenimento della pressione ottimale nell’impianto idrico della città.

Porta Vittoria è una delle porte della città di Milano. Venne ribattezzata con il suo nome attuale dopo la Prima Guerra Mondiale, ma il suo nome precedente era Porta Tosa, parola che in dialetto milanese significa “donna” o “ragazza”. In porta Tosa era infatti presente il bassorilievo di una donna che si rade il pube, opera che oggi si trova nel Castello Sforzesco. Secondo un’ipotesi piuttosto accreditata la donna ritratta è Beatrice di Borgogna, odiatissima moglie del Barbarossa: la rasatura del pube era infatti riservata alle prostitute e alle adultere.

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