Olio al tartufo: come utilizzarlo al meglio

L’olio di tartufo è un prodotto che sta diventando sempre più conosciuto apprezzato, per il suo sapore intenso davvero gradevole e per le proprietà aromatiche che permettono di utilizzarlo in cucina per andare ad arricchire diversi tipi di piatti. Si va dalla pasta ai risotti, fino a portate più complesse come quella a base di carne.

Proprio la particolarità del gusto è una delle caratteristiche che rende questo alimento così pregiato, oltre alla difficoltà nel reperirlo: come è risaputo cresce sotto terra e è abbastanza raro da trovare. Proprio per questa ragione solitamente ci si avvale dell’aiuto di un cane da tartufo per riuscire a scovarli.

Ovviamente, i cani da tartufo non sono in grado di fare il lavoro da soli, dato che bisogna saperli indirizzare verso le zone in cui questi preziosi “tesori” si possono trovare, come per esempio nell’Appennino a cavallo tra l’Abruzzo e il Molise. Vi sono infatti alcuni luoghi in cui si trovano diversi alberi secolari vicino ai quali si può andare alla ricerca di tartufi pregiati, come quelli che vengono utilizzati da La Spora tartufi; sul sito dell’azienda si trovano tanti prodotti di alta qualità, adatti anche ad aromatizzare l’olio in casa.

L’olio al tartufo in cucina

L’olio al tartufo è di base un olio d’oliva, oppure più genericamente un altro olio vegetale, che viene aromatizzato per l’appunto con i tartufi o con dei composti che richiamano l’aroma del tartufo. Per quanto riguarda i tartufi utilizzati, possono essere bianchi oppure neri e in base alla tipologia si avrà ovviamente un sapore differente.

L’olio al tartufo è un condimento aromatico che aggiunge un tocco di ricercatezza anche al piatto più semplice. In teoria si può utilizzare ovunque, ma ci sono degli abbinamenti che risultano particolarmente azzeccati. La cosa importante è usarlo a crudo per preservare l’intensità del sapore; quindi sui primi piatti – è consigliato in particolare sui risotti – va aggiunto a fine cottura.

È l’ideale poi per rendere originali e vivaci ricette semplici come le bruschette, un antipasto di verdure grigliate o una insalata mista. Attenzione al dosaggio: è un prodotto molto concentrato e dal sapore ricco, quindi basta qualche goccia per esaltare il piatto senza sovrastarlo. Va poi conservato in un luogo fresco e al riparo dalla luce per mantenere la sua fragranza.

Se volete arricchire ancora di più la pietanza potete ricorrere ad altri prodotti come la polvere di tartufo, molto semplice da utilizzare: basta spolverarla su i piatti una volta dopo aver finito tutte le preparazioni.

Cosa sono i tartufi

A livello scientifico, i tartufi possono essere definiti come dei funghi ipogeni, che producono delle spore all’interno della loro struttura fruttifera; queste sono fondamentali per la riproduzione e la diffusione del tartufo stesso. La spora di base è molto simile ai semi delle piante: viene rilasciata nell’ambiente quando il tartufo si è decomposto oppure è stato consumato in parte dagli animali e ne cadono i resti sul terreno. Col tempo e le giuste condizioni le spore riescono a germinare.

Tartufo: bianco o nero?

La principale distinzione fra le tipologie di tartufo è quella fra bianchi e neri. Il tartufo bianco è conosciuto per avere un aroma molto intenso e complesso, con un sapore forte e persistente e normalmente lo si utilizza a crudo. La sua stagionalità è molto breve, dato che cresce tra i mesi di ottobre e dicembre; anche per questo è la varietà più costosa. Da un punto di vista organico è ricco di minerali come il fosforo, il calcio, il potassio, il magnesio e alcune vitamine del gruppo B.

Per quanto riguarda invece i tartufi neri, questi hanno un aroma un pochino più delicato, con alcune note terrose, e di conseguenza è molto più facile inserirlo nelle preparazioni sia da cotto sia da crudo. Solitamente può essere trovato tra i mesi di dicembre e di marzo e anch’esso contiene diversi minerali come il fosforo, il calcio e il potassio, oltre che ad alcune fibre alimentari e vitamine del gruppo B. Inoltre possiede delle proprietà antiossidanti che aiutano le cellule a proteggersi dai danni che vengono causati dai radicali liberi.

Differenze con l’olio di oliva

Un altro aspetto da sottolineare è il fatto che in alcune circostanze l’olio di tartufo possa essere utilizzato al posto dell’olio d’oliva: quest’ultimo è un prodotto parecchio utilizzato nel nostro paese, non solo per il suo sapore così gradevole, ma anche per tutte le sue proprietà benefiche. Soprattutto nella dieta mediterranea, l’olio di oliva è la base di tutti i condimenti e delle salse oppure vi si ricorre per dare un tocco di sapore in più a un’insalata.

Per quanto riguarda l’utilizzo in cottura, l’olio d’oliva è adatto per cotture a temperature elevate, mentre quello di tartufo ha un punto di fumo più basso e per questo è sempre consigliato a crudo. Provatelo sulle uova sode o sulle patate lesse: basterà da solo a rendere un piatto comune una pietanza da gustare con piacere.