Odontoiatria ed estetica vanno sempre più a braccetto e questo è particolarmente vero nel caso in cui parliamo di protesi e sbiancamento. Anche il Ministero della Salute ha vagliato le domande poste dalla Direzione Generale delle Professioni Sanitarie e delle Risorse Umane del Servizio Sanitario Nazionale (DGPROF) in merito ai collegamenti che intercorrono tra le terapie odontoiatriche e quelle estetiche. Ebbene proprio per sottolineare il rapporto tra queste due branche della medicina, il parere è assolutamente positivo qualora i trattamenti estetici siano una conseguenza naturale nell’ambito di una pratica odontoiatrica.
Un chiaro esempio di questo tipo di iter di cure è quello che prevede gli impianti di protesi e la successiva correzione delle forme e delle cromie dei denti artificiali per armonizzarli al resto di quelli presenti nel cavo orale.
Protesi: difformità dentali
L’odontoiatra programma in maniera dettagliata tutti i passaggi legati al piano terapeutico che preveda l’installazione di un impianto. Tra i vari step c’è la simulazione di come sarà l’impianto finale sia attraverso supporti digitali con software dedicato, sia mediante la riproduzione in scala reale della bocca del paziente. La fase preparativa di studio è dunque fondamentale, tuttavia accade che può essere necessario un ulteriore intervento di modifica della protesi una volta in sede.
Fondamentalmente il professionista si può trovare di fronte a due scenari:
- Dimensioni maggiori: se il dente appare leggermente più grande degli altri solitamente si procede a rimodellarlo.
- Dimensioni inferiori: se il dente è più piccolo del corrispondente viene ispessito con materiali che funzionano come il cemento.
Il professionista sa che l’intervento estetico può risultare risolutivo non solo in presenza di un nuovo impianto, ma anche quando un paziente ritorna a distanza di circa 10 anni dall’intervento iniziale. In base alla letteratura scientifica in merito si stimano i seguenti dati:
- Il 22% dei pazienti riporta una frattura del rivestimento in resina.
- Il 14% dei pazienti riporta una frattura della ceramica.
Per questo motivo occorre avere sempre un punto di riferimento, un odontoiatra di fiducia come il Dottor Gola dentista a Pavia.
Protesi: discromie dentali
Nelle pratiche di restauro dentale i materiali utilizzati per creare le protesi possono presentare diversi gradi di opacità: tale elemento distintivo permette al dentista di avere degli strumenti validissimi per riportare armonia nelle cromie. Inoltre, per correggere in modo efficace le differenze in termini di colore dei denti “nuovi” rispetto a quelli già pre-esistenti, il dentista ricorre al processo di sbiancamento.
Esistono delle metodiche variabili applicabili in 3 diversi momenti:
- Sbiancamento pre-operatorio: l’obiettivo è raggiungere lo stesso indice di colore degli elementi adiacenti a quelli della protesi.
- Sbiancamento intra-operatorio: durante l’operazione il dentista prova dei materiali su un dente che poi verrà coperto dalla protesi per creare la corrispondenza perfetta.
- Sbiancamento post-operatorio: l’uniformità viene raggiunta tramite l’applicazione di prodotti sbiancanti.
Come mantenere nel tempo i risultati estetici
Una grande porzione di riuscita e di mantenimento nel tempo è legata alla volontà di collaborare del paziente è più che mai essenziale in questo caso. Per non alterare i risultati estetici ottenuti occorre infatti un impegno costante a vari livelli:
- Igiene orale quotidiana: le protesi vanno pulite allo stesso modo in cui si puliscono gli altri denti. Spazzolino da utilizzare dopo i pasti principali. Un aiuto in questo è dato dagli spazzolini elettrici che prevedono anche il montaggio di testine lucidanti.
- Alimentazione: evitare o limitare l’uso di sostanze che macchiano lo smalto come tè, caffè e liquirizia.
- Igiene orale professionale: ogni sei mesi occorre effettuare la pulizia professionale con Airflow e bicarbonato per ritrovare brillantezza.
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