Soft skill, le competenze sempre più richieste dal mondo del lavoro

Negli anni ’60 l’esercito degli Stati Uniti ha iniziato a rendersi conto che i gruppi che rendevano meglio nelle missioni e nelle esercitazioni, non era quello composto da soldati tecnicamente migliori ma, piuttosto, quello condotto da soldati che possedevano altre competenze. Delle competenze particolari per le quali i soldati non venivano addestrati. Una su tutte, la leadership.

 Vediamo qui di che cosa si tratta, quali sono e il loro ruolo nel mondo del lavoro.

Cosa sono le soft skills?

L’esercito addestrava i soldati sul piano tecnico, a sparare, a usare l’artiglieria o a orientarsi. Ma ben presto si accorse che era necessario allenare anche queste altre competenze che chiamò ‘morbide’ o soft skills. Le soft skills indicano quelle competenze che sono utili in ogni mestiere a differenza delle hard skills che sono quelle specifiche per ogni lavoro.

Ad esempio, un medico, un architetto e un poliziotto devono rispettivamente saper fare un esame diagnostico, usare programmi per la progettazione e saper sparare. Queste solo alcune delle hard skills di questi lavori. Chiunque eserciti queste professioni, però, sarà avvantaggiato se sa gestire bene il tempo, se comunica in maniera efficace, ha una buona leadership, gestisce bene lo stress e sa fare problem solving. 

Le soft skills vengono anche dette competenze trasversali proprio perché risultano utili in maniera trasversale a ogni mestiere. 

Quali sono le soft skills?

Vediamo una lista delle soft skills più importanti:

  • Comunicazione efficace: la capacità di saper comunicare in maniera aperta, risultare convincenti e saper affrontare conversazioni difficili.
  • Leadership: le capacità di guidare gruppi per orientarli a collaborare in maniera proficua verso un obiettivo comune è forse la competenze per eccellenza che distingue i grandi capi che si distinguono.
  • Problem solving:
  • Gestione del tempo
  • Gestione di sé
  • Motivazione
  • Creatività
  • Capacità di lavorare in gruppo

A volte chi deve fare selezione preferisce scegliere un candidato che sappia mettere in mostra di possedere queste competenze rispetto a candidati che hanno un CV più forte. Diventa quindi importante per chi scrive il proprio CV essere a conoscenza delle soft skills più richieste dal mondo del lavoro. Ovviamente scrivere solo sul proprio curriculum di essere dei grandi comunicatori è poco credibile se poi in sede di colloquio il candidato non si dimostra un buon comunicatore.

Diventa quindi importante anche far emergere queste competenze in sede di colloquio. Chi fa selezione cercherà spesso indizi che provino la presenza di queste abilità nel candidato.

Soft skills e mondo del lavoro

Secondo il World Economic Forum le soft skills sono le competenze più richieste del mondo del lavoro.

Purtroppo queste competenze (dette competenze traversali) non vengono insegnate né a scuola né in università lasciando spesso i giovani che entrano nel mondo del lavoro privi di ciò che pare più importante e valorizzato. Vi sono molte aziende e molti corsi finanziati che cercano di contribuire a soddisfare questi bisogni. Uno dei problemi più spesso lamentati è quello di una formazione troppo teorica, inutile al fine di sviluppare competenze pratiche.

Studio Sanavio si occupa di programmi specifici di formazione teorica ed esperienziale su alcune di queste competenze. Uno dei modi migliori per potenziare queste competenze, pare essere l’alternanza continua di teoria e pratica. Insomma spiegare sì, ma solo se poi serve per mettere in pratica qualcosa. Dopotutto chi è nel mercato del lavoro da un po’, sa che si impara facendo e che la teoria da sola non porta lontano.

Diventa quindi necessario lavorare su se stessi e sporcarsi le mani. Apprendere questo tipo di competenze è più simile a imparare uno sport che la geografia. Si devono creare abitudini pratiche e non memorizzare concetti. Molte soft skills inoltre portano a un lavoro su se stessi in grado di far crescere le persone, sviluppando abilità che diventano utili anche all’esterno del lavoro. Per esempio lavorare sulla comunicazione efficace non solo permette di imparare a comunicare meglio, ma quando prevede un percorso strutturato da un professionista, permette di imparare molto su se stessi. Infatti noi non ci accorgiamo di molte cose di cui non siamo consapevoli. Da come veniamo percepiti dagli altri, fino a quando interpretiamo in maniera erronea il comportamento e le frasi altrui.