L’edilizia moderna, soprattutto quella che riguarda il settore residenziale, si sta orientando sempre di più verso le questioni legate alla sostenibilità e al risparmio energetico: avere una casa realizzata con soluzioni e materiali che rispettano l’ambiente e che permettono di ridurre i consumi energetici è una prerogativa ormai più che comune di chi commissiona i progetti edilizi e che ha una visione più “green”, sia che si tratti di costruzioni ex novo che di ristrutturazioni.
E proprio per le ristrutturazioni bisogna considerare che in Italia, attualmente, sono disponibili numerosi incentivi fiscali che permettono di realizzare degli interventi per la riqualificazione delle strutture e l’efficientamento energetico recuperando parte dei costi sostenuti inizialmente, tramite detrazione fiscale diretta, sconto in fattura o cessione del credito.
Tra questi rientrano il Bonus casa al 50%, l’Ecobonus al 65%, il Superbonus al 110% e in un certo senso anche il Bonus mobili ed elettrodomestici, ognuno con i relativi requisiti e modalità di accesso per agevolare la realizzazione di diverse tipologie di interventi e acquisti.
Le più recenti tecniche costruttive privilegiano la creazione di strutture altamente coibentate, in cui vengono utilizzati serramenti e infissi di alta qualità, che in questo modo garantiscono un elevato isolamento termico dell’edificio.
Ciò crea però un effetto indesiderato: l’aria indoor resta intrappolata all’interno degli ambienti portando, a lungo andare, alla generazione di umidità e muffe, senza dimenticare le difficoltà legate al ricircolo dell’aria.
Per evitare che si crei questa situazione, si potrebbe pensare che la soluzione migliore sia aprire le finestre, ma in realtà questa pratica porterebbe solo degli svantaggi:
- l’immissione di aria che porta con sé polveri e batteri;
- un notevole spreco di energia termica;
- l’entrata di aria (calda d’estate e fredda d’inverno) che comporta un calo del livello di comfort indoor.
Come risolvere questa situazione? La soluzione è semplice: basta installare un impianto di ventilazione meccanica controllata.
Vantaggi e funzionamento degli impianti di ventilazione meccanica
Ma perché è così importante installare un impianto di ventilazione meccanica controllata?
In effetti i vantaggi che porta l’utilizzo di questa tecnologia sono molti: oltre a un migliore benessere climatico interno, garantisce anche una costante qualità dell’aria e un basso livello di consumi energetici.
Ecco una semplice spiegazione di come funziona un impianto di ventilazione meccanica controllata: si tratta di un sistema che crea un continuo flusso d’aria fra gli ambienti interni con l’esterno della casa, che permette il ricambio dell’aria indoor con quella esterna, l’eliminazione di cattivi odori interni e della sensazione di aria viziata, e che inoltre pulisce l’aria immessa, filtrandola da polveri e sostanze che possono nuocere alla salute delle persone.
Un sistema VMC è composto da una doppia canalizzazione: il condotto dell’aria in uscita aspira ed espelle l’aria viziata interna, mentre il condotto dell’aria in entrata preleva l’aria fresca dall’esterno, la filtra e la immette negli ambienti.
Nei mesi invernali l’aria viziata passa prima attraverso uno scambiatore di calore (a flussi incrociati), dove cede il suo calore all’aria fredda in entrata che in quel momento passa attraverso lo stesso dispositivo e che, così, entra già calda e confortevole. Viceversa succede nei mesi estivi, e questo permette un grande risparmio di energia.
Il sistema di ventilazione meccanica: un requisito delle “passive house”
Dati i numerosi vantaggi che porta a livello energetico e, indirettamente, anche ambientale, la ventilazione meccanica controllata è uno dei requisiti per la realizzazione di una casa passiva, il modello di abitazione che consente il maggior risparmio energetico, conosciuta anche con il termine originale di “passive house”.
Costruire una casa passiva ha un maggiore costo iniziale rispetto a quello che si affronta quando si tratta di abitazioni tradizionali, che è dato dall’utilizzo di materiali di alta qualità, dall’elevata specializzazione delle figure professionali coinvolte, e dalle tecnologie all’avanguardia impiegate. Ma si tratta di un costo che poi viene ammortizzato nel giro di una decina d’anni, grazie al notevole risparmio di energia che questo tipo di edificio permette di ottenere.
È nella Germania degli anni ’80 che nasce lo standard Passivhaus, che permette di ottenere questa certificazione solo se vengono rispettati alcuni principi, che riguardano:
- Alto isolamento termico
Tutte le strutture opache dell’involucro esterno devono essere ben isolate, ossia avere un coefficiente di scambio termico (valore U) di 0,15 W/(m²K) al massimo
- Assenza di ponti termici
La costruzione deve essere progettata e costruita in modo da evitare il problema dei ponti termici, e quelli che non possono essere evitati devono essere ridotti al minimo.
- Finestre ad alta tenuta
I telai devono essere ben isolati e muniti di vetrature che evitano il trasferimento di calore.
- Ventilazione con recupero di calore
La ventilazione meccanica controllata con recupero di calore ha un ruolo chiave, poiché nelle case passive almeno il 75% del calore dell’aria di scarico viene trasferito nuovamente all’aria fresca tramite lo scambiatore di calore.
- Struttura ermetica dell’edificio
Durante una prova di pressione, le perdite incontrollate devono essere inferiori a 0,6 del volume totale dell’abitazione per ora.